Supper’s Ready – Genesis – Foxtrot
Siamo passati al terzo album dei Genesis (Revelation non lo considero), Foxtrot, del 1972. E siccome l’ho ascoltato recentemente in macchina, traendone ispirazione, cominciamo dal pezzo che chiude il disco, una suite di quasi 23 minuti. Oggi la soglia di attenzione dell’ascoltatore medio è inferiore ai tre minuti e si abbassa ulteriormente se il brano è strumentale. Pensare che questo brano di 23 minuti riesce, seguendo il filo narrativo e musicale, a tenere sulla corda per tutta la sua durata l’ascoltatore abituato, fa riflettere su come siano grami questi tempi in termini di qualità della fruizione e spessore delle produzioni musicali. E quanto sia stato magico, sognatore, il periodo in cui venivano sfornati capolavori come quelli che, modestamente, ascoltiamo spesso in occasione dei nostri incontri “virtuali”.
Il pezzo, abbiamo detto che è una suite, si compone di sette atti che andremo, brevemente, a descrivere.
Lover’s Leap – Inizio musicalmente calmo con due innamorati che, tutto ad un tratto, sono tramutati in corpi differenti.
The Guaranteed Eternal Sanctuary Man – Impennata del ritmo della canzone. I due innamorati arrivano in una città dominata da due persone: un generoso contadino ed il capo di una religione scientifica molto rigorosa (l’Uomo del santuario Eterno Garantito) che afferma di saper dominare il fuoco. I due soggetti personificano il bene ed il male, tra loro contrapposti e, mentre il contadino distribuisce l’acqua, che dà la vita, il religioso custodisce e protegge il fuoco.
Ikhnaton and Itsacon and Their Band of Merry Men – I due, Ikhnaton and Itsacon, sono dei generali del custode del Santuario Eterno. Il nome del primo deriva da “It’s a con” (“È un truffatore”), mentre il secondo è un faraone. I due innamorati si imbattono nelle forze del male inviate dal custode del Santuario per uccidere tutti quelli che non hanno ancora firmato la “Licenza di eterno Asilo”.
How Dare I Be So Beautiful? – A questo punto, i due protagonisti incontrano una persona solitaria, ossessionata dalla sua immagine, che, come Narciso, viene tramutata in fiore nel momento in cui si specchia nell’acqua. La musica rallenta, con la voce di Gabriel accompagnata al piano da Banks.
Willow Farm – La musica accelera con l’entrata in scena degli altri strumenti. I due ragazzi vengono risucchiati nello stesso laghetto in cui si era specchiato il novello Narciso e si ritrovano catapultati in un mondo variopinto e vivace, dove, ad un fischio, tutto si trasforma. Viene proposta una carrellata “british” con Winston Churchill travestito, un marito in ufficio con la moglie a casa che lava i panni, un carillon (chiaro riferimento al Musical Box di Nursery Crime.
Apocalypse in 9/8 (Co-Starring the Delicious Talents of Gabble Ratchet) – I due innamorati si ritrovano sotto terra, trasformati in semi. Possono riconoscere, in altri semi, altre persone del loro ambiente originario, finché non tornano, all’improvviso, nel loro mondo di partenza, mentre è in corso l’Apocalisse di Giovanni, con i trombettisti che continuano a scandire il numero 666, che, nella cabala, rappresenta l’apocalisse. Compare Pitagora, dall’antica Grecia, che, a fatica, riesce a comporre una canzone che poi non è altro che la melodia iniziale di Supper’s Ready. Questa parte è quasi interamente strumentale con un assolo di organo di Banks.
As Sure as Eggs Is Eggs (Aching Men’s Feet) – Il brano si conclude in calando. Seguendo le forze del bene, si arriva alla nuova Gerusalemme, luogo di pace.
Con questo brano favolistico, loro ambientazione tipica, i Genesis concentrano (si fa per dire) in quasi 23 minuti la storia dell’umanità vissuta attraverso il viaggio di due innamorati fino ad arrivare all’Apocalisse (massimo momento di intensità anche musicale) e all’annunciazione, da parte di un angelo, della via verso la nuova Gerusalemme.
Riporto il link ad una versione illustrata del brano pubblicato nell’album e a quella live del 2013 di Steve Hackett, impreziosita da un bellissimo finale alla chitarra e dall’ottima performance del cantante Nad Sylvan.
Supper’s Ready – Genesis (versione illustrata)
Supper’s Ready – Steve Hackett – Genesis Revisited Live 2013
Un pensiero riguardo “Il brano del giorno – 16 febbraio 2020”