
Partita dominata, vinta con un classico 2 – 0, con un gol per tempo, che non punisce troppo uno Spezia non apparso all’altezza. Viste le mie frequentazioni spezzine, la squadra ligure mi sta simpatica e spero possa riprendersi e salvarsi, anche se dovrà migliorare parecchio.
La partita inizia con lo Spezia arroccato nella sua metà campo, incapace di imbastire un minimo di gioco. I nerazzurri cercano, con pazienza, di trovare il varco giusto e sfiorano più volte il gol del vantaggio, che arriva al 36°. D’Ambrosio pesca Lautaro in area, che serve, con un colpo di tacco, l’accorrente Gagliardini, che scocca un tiro che trafigge il pur bravo Provedel. Lo svantaggio non induce lo Spezia a mutare atteggiamento e solo allo scadere del tempo impegna un reattivo Handanovic, con un colpo di testa su calcio d’angolo.
Stesso copione nella ripresa, con lo Spezia che si difende e l’Inter che cerca il raddoppio, che sembra nell’aria, soprattutto dopo una traversa di Correa e una splendida conclusione di Calhanoglu, che Provedel riesce miracolosamente a respingere. Il secondo gol interista arriva al 58°, con un rigore assegnato per un fallo di mano in area e realizzato da Lautaro. Rigori così non li fischierei mai, ma ormai questi penalty sono la norma, finché la dirigenza arbitrale non darà diverse disposizioni di valutazione e comportamento. L’Inter non smette di attaccare, senza riuscire a segnare ancora, anche per le parate del portiere spezzino, e la partita si chiude con il 2- 0.
Un Handanovic impegnato pochissimo ha mostrato una ritrovata reattività quelle rarissime volte che è stato chiamato in causa. Il trio di difesa, praticamente inedito, per le assenze di De Vrji e Bastoni, si è ben disimpegnato: buona prestazione dei braccetti D’Ambrosio e Dimarco e del centrale Skriniar. Sugli esterni, buona prova di Perisic, attento anche dietro, a copertura delle scorribande in avanti di Dimarco, e Dumfries, partito timidamente, ma cresciuto molto alla distanza.
A centrocampo solita ottima direzione di Brozovic, stavolta partendo più dal basso per aiutare Skriniar, mentre Gagliardini, pur con tutti i suoi limiti, ha offerto una prova di sostanza, impreziosita dal gol. Una menzione particolare merita Calhanoglu, ormai perfettamente calato nel ruolo di tuttocampista: ha fornito una prova maiuscola, sia nella fase d’attacco, sia in ripiegamento. Lautaro si è mosso bene ed è stato freddo in occasione del rigore. Correa l’ho visto un po’ spento, anche se in progresso, ed è un peccato che la sua splendida conclusione si sia stampata sulla traversa. Tra i subentrati, incoraggiante lo spezzone di Sanchez e di Sensi. Spero che quest’ultimo sia recuperato per lungo tempo, perché un giocatore come lui può darci tanto.
In conclusione, partita perfetta, vinta facendo ricorso a un ampio turnover, che ha permesso di far rifiatare i giocatori più affaticati, in vista dei prossimi impegni. Si è trattato, quasi, di una sgambatura, tanta era la differenza di atteggiamento e di valori tecnici vista in campo. Un buon viatico per le prossime trasferte di Roma e Madrid.